martedì 8 luglio 2014

I migranti della Comunità diffusa di Aidone e il nostro Vescovo pregano insieme per i morti nel Mediterraneo

Si è tenuta nella mattinata di ieri, 16 maggio, nel salone della Chiesa Santa Maria di Aidone, la visita di Don Rosario, nostro Vescovo,  ai migranti ospitati nella comunità diffusa dello stesso comune.
Un momento di conoscenza reciproca e di preghiera comune per quello che è stato tristemente definito “il cimitero del Mediterraneo”, luogo in cui hanno perso la vita ormai centinaia di persone, migranti in viaggio verso la speranza di una vita migliore, introdotto dalle parole dell’Arch. Sella, presidente dell’Associazione Don Bosco 2000, Ente gestore SPRAR, mentre ringrazia Don Rosario per la sua presenza e il supporto alla missione dell’accoglienza integrata dei migranti: “la cosa più bella di oggi è il momento comune di preghiera, aldilà delle differenze religiose tra cristiani e musulmani, un bell’esempio di mondialità che oggi vive nella realtà di Aidone”. Le parole in preghiera dei giovani migranti e del nostro Vescovo, recitate in lingua araba, inglese e italiana hanno unito i presenti con straordinaria partecipazione emotiva che riecheggia anche nelle parole di Don Rosario: “mentre pregavamo ho avuto la forte sensazione che Dio sta facendo incontrare i popoli. Il vero incontro nasce dalla tenerezza del cuore e solo quando si percepisce la sofferenza reciproca il cuore diventa tenero. Lodiamo la tenerezza del cuore del nostro Dio”.
Sebbene la comunità diffusa di Aidone nasca come prima esperienza in un piccolo comune poco avvezzo alla vicinanza interculturale in termini di scambio reciproco, si apprezza un grande spirito solidaristico e accogliente che consente, allo stato attuale, che la permanenza dei beneficiari sia percepita anche da loro come una presenza naturale: “ho avuto occasione di dire che la vostra presenza non ha fatto notizia ma è questa la vera notizia perché la vostra presenza nelle nostre strade arricchisce tutta la comunità”, conclude il Sindaco di Aidone, Filippo Gangi, rivolgendosi ai giovani migranti presenti.
Roberta La Cara

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