Anche per il Comune di Aidone abbiamo assistito all’esito favorevole della partecipazione al bando SPRAR. Per la cittadina lo SPRAR rappresenta la prima esperienza di accoglienza sistematica di richiedenti asilo e rifugiati ed è stato lodevole l’impegno da parte dell’ente locale nella creazione di questa opportunità, comprendendo la rilevanza della costituzione di una rete sinergica in grado di agire in maniera efficiente ed efficace in risposta alla manifestazione del bisogno dei richiedenti asilo per “consentire loro il ripristino di condizioni di normalità, di fuoriuscita dal disagio, di consapevolezza di sé e di autodeterminazione”. In una prospettiva di welfare community, l’amministrazione locale persegue l’obiettivo delbenessere sociale attraverso strategie sussidiarie che travalicano il tradizionale assistenzialismo nella cura delle fasce disagiate. Il Comune di Aidone, aderendo alla rete nazionale di accoglienza, assistenza e protezione a favore dei richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione internazionale, la rete SPRAR, promuove la crescita di spazi di accoglienza reciproca e la valorizzazione delle diverse culture anche attraverso il coinvolgimento dell’associazionismo nella costruzione di occasioni di confronto, conoscenza e comunicazione, nel rispetto di pacifica convivenza, di solidarietà e di pari opportunità.
Il progetto SPRAR del Comune di Aidone, vuole realizzare modelli di buone pratiche per l’integrazione dei RARU nella comunità locale, promuovendo azioni coordinate e trasversali, con una politica di promozione per la piena fruizione dei diritti di cittadinanza nei confronti dell’intera comunità, in sinergia con i diversi enti preposti allo svolgimento della programmazione degli interventi nel settore. L’intervento vuole realizzare modelli di buone pratiche per l’integrazione dei migranti nella comunità locale, promuovendo azioni coordinate e trasversali, con una politica di promozione per la piena fruizione dei diritti di cittadinanza nei confronti dell’intera comunità, in sinergia con i diversi enti preposti allo svolgimento della programmazione degli interventi nel settore.
Si ritiene che il ruolo attivo della comunità locale può costituire una via per l’integrazione, una porta di accesso alla costruzione di una identità nazionale condivisa, che presuppone un’intima conoscenza del gruppo accolto, tale da consentire lo sviluppo e l’espletamento di un piano di integrazione individualizzato che conduca verso la piena autodeterminazione. È necessario gli immigrati vengano messi nelle condizioni di accumulare risorse materiali e immateriali che li conducano ad avere una certa autonomia in funzione della loro autosufficienza in un contesto completamente nuovo, all’indomani dell’accoglienza.
Ente gestore sarà l’Associazione Don Bosco 2000, supportata da una rete così costituita: Comune, Caritas, CTP (Centro Territoriale Permanente), Centro per l’Impiego, Associazioni di categoria, ASP, D.A.S. Società Cooperativa, ASD Mosaici (Piazza Armerina) e 5 Aziende.
Per l’accoglienza, verranno utilizzati num. 4 appartamenti situati nel centro storico di Aidone. I locali sono adibiti a Bed & Breakfast ma verranno messi a esclusivo uso dello SPRAR, a fronte del pagamento di un canone di locazione. I locali offrono degli ottimi standard abitativi, sono nuovi, ristrutturati e non necessitano di ulteriori modifiche. L’idea deriva dalla valutazione di esperienze di accoglienza in comunità rispetto alle quali si pensa di poter dare, in al modo, un maggior senso di autonomia, autogestione e calore domestico, fin dall’inizio del percorso.
A beneficiare dell’iniziativa saranno 15 richiedenti/titolari di protezione internazionale o umanitaria, appartenenti alla categoria di “ordinari”.
Il percorso vuole offrire, non solo accoglienza materiale, garantita attraverso vitto e alloggio, ma anche misure di orientamento legale e sociale e percorsi individuali di inserimento socio-economico. Verranno attuate una serie di attività e servizi, che in una logica essenzialmente olistica intendono promuovere la centralità dell’individuo. Le attività progettuali consentiranno di tradurre detti principi in interventi fattivi che nel più breve tempo possibile (6 mesi - 1 anno), consentano alla persona seguita di essere autonoma.
Roberta La Cara
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